Perché il dottor Freud ci farà ancora sanguinare. Appunti asburgici ed estetici sulla serie Netflix “Freud”.
Di sicuro non basta il paragone con altre serie “dark” in voga, perché qui c’è un sentimento per la storia asburgica e la sua decadenza, e quindi la magnificazione del suo momento estetico, che non può essere confrontato con un prodotto statunitense. Tra le fotografie spiccano numerose le citazioni alle opere di pittori come Franz von Stuck e l’amicizia con Arthur Schnitzler, di cui sembra ritornare qualche frammento del suo “Doppio sogno”, trasposto al cinema da Kubrick.
Il senso della narrazione è quello di pensare l’inconscio non di una persona o di alcuni casi clinici, come si è portati a credere dallo studio convenzionale del dottor Freud, ma l’inconscio di una nazione-impero giunta al momento di culmine e decadenza, e delle sue contraddizioni sotto gli occhi di tutti. L’immagine della donna fatale, medium o occultista, è un elemento fondante dell’estetica del periodo, le melusina, le salambò, le circe, le donne fatali e ammaliatrici sono le protagoniste dell’arte e della letteratura del mondo fin de siecle, cui sono invece la triste contropartita reale il numero esorbitante di donne confinate nei manicomi ...