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In lode della Grande Dea (I). Origine e tradizione del culto della Madre Divina in India.

La religione degli Harappa Tremila anni prima dell’apparizione del Devīmāhātmya, una civiltà avanzata come quella dell’Egitto e della Mesopotamia sorse sulla vasta pianura alluvionale dei fiumi Indo e Sarasvatī e prosperò in splendore tra il 2600 e il 1900 AC. Le sue città di Harappa e Mohenjo-daro erano tra le più grandi al mondo, e ci sono numerose prove archeologiche che l’India dell’Età del Bronzo sia stata culturalmente ed etnicamente diversa com’è oggi. Come nella maggior parte del mondo antico, diversi culti religiosi probabilmente coesistevano, più o meno pacificamente. Poco prima dell’ascesa della civiltà Harappan, o dell’Indo-Sarasvatī, negli insediamenti degli altipiani nel Belucistan, a nord e a ovest della Valle dell’Indo, le culture pre-Harappa consideravano la Dea Madre, o alcune dee, più o meno allo stesso modo degli altri popoli del Neolitico nel Medio Oriente. Prevedibilmente per una società agricola, le immagini della dea pre-Harappan mostrano temi relativi alla fertilità …

Parola Madre. Teologia del Suono e della Parola nei Veda e nello Yoga.

SEMINARIO PESARO, 29 SETTEMBRE 2019 La Madre del Mondo nella tradizione indiana compare all’inizio della manifestazione del cosmo come Suono. E’ Vac, la parola, il Logos, che è personificazione femminile e attiva dell’Assoluto, Immanifesto e senza forma. Tutto ciò che ha forma, distinzione e nome, è perciò figlio della Parola. Gli Dei, i Veda, i riti e tutte le forme viventi derivano dal grande ventre cosmico delle forme: Hiranyagarbha, l’uovo-utero che contiene le idee in forma sonora. Matrice dello spazio, l’elemento sottile della vastità, è potenza e espressione dello stesso Brahman supremo: pura espansione illimitata. Come lo spazio ha per caratteristica l’espansione, l’onda sonora che stabilisce la sua estensione è creatrice dello spazio stesso e quindi del tempo, e le cose e gli esseri che lo abitano sono fatti di suoni, nomi e rapporti armonici ordinati. Vac è la sostanza del mondo intero. Vac è la vacca celeste, la volta …

Abhinavagupta, Quindici Versi sulla Coscienza Suprema

Questo testo di quindici versi offre  una breve esposizione dell’essenza della dottrina Shivaita del Kashmir. 1. Il fulgore del luminoso Essere senza-secondo non svanisce nella luce o nelle tenebre, perché tutta la luce e le tenebre sono illuminate dalla Coscienza Suprema. 2. Questo Essere è chiamato Shiva. Shiva è la natura e l’esistenza di tutti gli esseri. Il mondo oggettivo è l’espressione dell’energia di Shiva ed è animato dall’attrazione suscitata dalla gloria della coscienza di Dio. 3. Shiva e Shakti non hanno coscienza di essere separati. Essi sono legati fra loro come il fuoco e il calore. 4. Shiva è il Bhairava. Shiva crea, protegge, distrugge, nasconde, e la natura di Shiva si rivela attraverso il ciclo del mondo. L’universo è creato spontaneamente da Shiva, così come si crea il riflesso di un oggetto in uno specchio. 5. L’universo nel suo insieme è Shakti, l’energia che è data al fine …