Radianza, luminosità, calore sono la linea che unisce il sole, il respiro umano e la coscienza yogica “illuminata”. Il suo riconoscimento incomincia dal sacrificio, sul fuoco che trasforma ciò che è grezzo e inerte, in calore ed energia, purificato per diventare offerta agli Dei, e cibo benedetto da condividere nella festa, a beneficio di tutti. Sacro è ciò che è stato innalzato nel fuoco sacrificale, offerto alla trasformazione, sottratto alla morte. Così è colui che nell’ardore dell’ascesi yogica attua su se stesso la trasformazione dalla dualità alla non dualità. Nel cuore dell’uomo l’ascesi e la consapevolezza formano la stessa spinta verticale e trasformatrice, dallo stato ordinario alla contemplazione pura, dalla morte all’immortalità. “L’uomo, in vero, è il sacrificio”.
La Chandogya Upanishad, una delle due Upanishad più antiche, appartiene al Sama Veda, il Libro dei Canti (saman). Il tema è l’interpretazione mistica e meditativa del canto cerimoniale vedico, il Saman. I capitoli dell’Upanishad compongono una mappa degli elementi costitutivi della preghiera e delle funzioni psichiche e fisiche che intervengono nel canto.
Nella cerimonia sonora si scopre la psicofisiologia e la simbolica che saranno anche oggetto dello studio dello Yoga tradizionale. Il Saman, il canto, è in questa fase l’esercizio spirituale in cui il corpo e i simboli si associano pienamente, è la disciplina che permette la conoscenza suprema, la sua chiave e la pratica riconosciuta.
Le parti del canto del Saman sono associate ai soffi vitali, le facoltà sensorie, i cinque elementi, le parti del cosmo, gli Dei, le sillabe mistiche, che nell’esperienza religiosa trovano fondamento e illuminazione. Così è anche per gli oggetti simbolici che supportano l’esperienza del sacro. Il Prana, l’indefettibile spirito, che il cantore ha sperimentato nel canto sacro, effuso nella preghiera, grazie al suo calore, si manifesta nel fuoco, nel sole, nel verbo, nella potenza del Mantra.
Il sacrificio rituale è una cosmogonia sonora che parte dal soffio vitale dell’uomo, sostiene e benedice il mondo illuminato da se stesso, nella forma del sole, e abita il sacrificio, che è l’essenza della condizione umana, e si risolve nell’Atman che nel cuore irradia e ordina tutte le cose. La cui conoscenza è la conoscenza del Vero e la libertà da ogni sofferenza e illusione.
La sillaba Om, cantata a piena voce (Udghita) è il canto sovrano, in cui la voce, il suono interno, il Prana, il calore del fuoco e il calore del sole sono racchiusi in essenza. Il soffio vitale attraversa il canto, la parola, il fuoco e la luce del sole con il suo calore, che è manifestazione dell’energia universale che unisce tutti gli esseri, in una genealogia verticale che dal sacrificio che l’uomo compie, nel gesto religioso, illumina la sua natura profonda e giunge fino al Bramhan supremo.
“L’essenza di tutti gli esseri è la terra, l’essenza della terra è l’acqua, l’essenza dell’acqua sono le piante, l’essenza delle piante è la persona, l’essenza di una persona è la parola, l’essenza di la parola è l’inno del Rg Veda, l’essenza dell’inno è il canto, l’essenza del canto è l’Udgitha che è Om. La parola e il respiro sono tenuti insieme dall’Om.” Andare all’essenza, a ciò che sta all’origine degli atti sacri e della vita che ne discende, è il metodo che guida la meditazione dell’Upanishad.
Ne parliamo leggendo la Chandogya Upanishad, collegando queste antichissime meditazioni liturgiche alle conoscenze e alle pratiche dello yoga, domenica 17 novembre, dalle 15 alle 19.
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Come nella tradizione indiana, Satsang e Seminari si svolgono in casa di Udai Nath, in un clima semplice e informale.
La sede è a Pesaro, l’indirizzo viene fornito al momento dell’iscrizione.
E’ possibile seguire i Seminari anche in diretta su Skype, in videochat riservata agli iscritti.
Orario del seminario: 15,00-19,00.
La quota di partecipazione al seminario è di 40 euro.
Posti limitati! Per tutti gli incontri, la partecipazione in casa è riservata a un massimo di sette persone, per ragioni di spazio e di comunicazione, e a un massimo di dieci su Skype.
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