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Atharva-Veda XI, 5. Inno al Sole, principio primordiale e discepolo divino.

Il Brahmacharin (studente dei Veda) nel suo cammino accorda i due emisferi del globo; in lui gli Dei conoscono l’armonia. Lui possiede il cielo e la terra, lui riempie il cuore del Maestro di ascesi e di amore.

Gli antenati, gli spiriti e gli Dei seguono uno ad uno i passi del Brahmacharin; i Gandharva lo seguono in seimilatrecentotrentatrè. Lui riempie il cuore di ognuno di loro di immaginazione creativa.

Quando il Maestro accetta il Brahmacharin come discepolo, lo tiene come un feto dentro di sé. Lo porta per tre notti nel suo grembo e quando nasce gli Dei gli si radunano attorno per vederlo.

Questa terra è il primo ramo secco che brucerà nel suo fuoco, il cielo è il secondo, e il terzo l’atmosfera. Il Brahmacharin riempirà i mondi con il suo incendio, con la sua austerità, con l’ascesi e l’energia creatrice.

Prima della potenza spirituale nasce il Brahmacharin, vestito di calore ardente, nasce dal potere creativo. Da lui nascono gli ordini bramanici e il Brahma supremo, da lui gli Dei e l’immortalità.

Il Brahmacharin avanza, circondato dalle fiamme, avvolto nella la pelle di un’antilope nera, consacrato, con la sua lunga barba. Nell’arco di un giorno passa dal mare d’oriente al settentrione, unendo i mondi e conferendogli forma.

Il Brahmacharin, generati il brahma, le acque, il mondo, il Supremo Signore (Prajapati) e l’Essere (Virâg), divenuto l’embrione nel grembo dell’Immortalità, lo abbandonò e divenne Indra, che sconfisse gli Asura.

Dunque il Maestro gli mostrò le due sfere del mondo, l’estesa e la profonda, la terra e il cielo. Il Brahmacharin le vegliò nell’ascesi: in lui gli Dei conobbero l’armonia.

Il primo obolo che il Brahmacharin raccolse furono la terra e il cielo. Ne fece quindi due legni da ardere, li benedì e tutte le creature trovarono in essi il proprio fondamento.

Uno si trova a noi vicino, l’altro lontano, al di là del cielo; in luoghi segreti sono custoditi i recipienti della regola bramanica. Il Brahmacharin li protegge con l’ascesi; il suo fervore spirituale arde solitario.

I due fuochi (Agni) si riuniscono al centro dei due emisferi, quello terrestre e quello celeste. Una corona di raggi luminosi li salda insieme; il fervore ascetico del Brahmacharin si irradia in loro.

Rosso e bianco, gridando e tuonando, trasporta il suo grande pene lungo la terra. Il Brahmacharin sparge il suo seme sul dorso della terra; nelle quattro regioni del mondo germina la vita.

Nel fuoco, nel sole, nella luna, nel vento e nelle acque, il Brahmacharin pone le sue braci ardenti;  alcune scintille raggiungono le nubi, da esse proviene il burro per l’oblazione, l’uomo, la pioggia e l’acqua.

La Morte è Maestro, e Varuna, il soma, le piante, il latte. Le nubi erano guerrieri: da loro la luce fu portata a noi.

Varuna, divenuto maestro, preparò in solitudine il burro chiarificato. Ogni cosa desiderò dal Signore (Prajapati), il Brahmacharin gliela concesse, come fosse fratello (Mitra) del suo cuore (Atman).

Il Brahmacharin è il Maestro, Bramacharin il Signore (Prajapati). Prajapati domina con lo splendore e il lampo (Virag) è Indra, il dominatore.

Con il santo discepolato (brahmakâryam), e con l’ascesi, il re protegge il suo regno. Il maestro con la propria disciplina (brahmakâryam), trova il discepolo (brahmacharin).

Con il santo discepolato le ragazze trovano un giovane marito, con il santo discepolato il cavallo, che era selvaggio, trova il foraggio.

Con il santo discepolato e l’energia creativa gli Dei hanno vinto la morte; con il santo discepolato Indra portò la luce agli Dei.

Piante, alberi, giorno e notte, l’anno e le stagioni, tutto ciò che è  stato e ciò che sarà – sono nati dal Brahmacharin.

Gli esseri della terra e del cielo, gli animali domestici e quelli selvaggi, gli animali alati e quelli non alati – sono nati dal Brahmacharin.

Tutte le creature del Signore (Prajapati) che nella propria anima trasportano il respiro, sono protette dal Brahma che il Brahmacharin portò tra noi.

Da lui che ottenne dagli Dei la dinamicità, che è insormontabile, che si muove glorioso, da lui derivano la regola brahmanica (brâhmanam), il Brahma supremo, tutti gli Dei e l’immortalità (amrita).

Il Brahmacharin trasporta il brahma splendente, con cui tutti gli Dei sono tessuti. Tu che emani il respiro che esce, il respiro che entra e il respiro che penetra all’interno; la parola, la mente, il cuore, il brahma e la saggezza, accordaci la vista, l’udito, la gloria, il cibo, il seme, il sangue e il ventre.

Queste cose il Brahmacharin creò sulla superficie della acque celesti. Si immerse nell’oceano ardendo di ascesi. Ne riemerse splendente e vigoroso sopra la terra, bruno e rosso.


(traduzione: Beatrice Polidori)

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